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28 marzo 2015

L' ovoritenzione.

E' parecchio che non scrivo, ma rieccomi qui nuovamente...
A spingermi nel pubblicare questo post è stata la mia ultima disgrazia, ma grazie al cielo "a lieto fine".


Photo by Fabio
Akira, Roseicollis femmina di 6 anni.


Vediamo di analizzare la situazione per bene... Lei è Akira, un Agapornis Rosecollis femmina di 6 anni che ha pensato bene di sfornare un "ovone" di proporzioni bibliche pochi giorni fa: probabilmente voleva metter su famiglia col suo fidanzatino Tory, ma qualcosa è andato storto!



Photo by Fabio
Akira e Tory, a sinistra un Fischer ancestrale ed a sinistra
un Roseicollis femmina.

Venerdì Akira era la solita, isterica, prepotente femminuccia, nulla di strano, stessi atteggiamenti, ma palesemente più territoriale al punto di aggredire le mani quando le inserivo nella gabbia per le solite pulizie.
Sabato però qualcosa non va... alla sera la sua cloaca (per chi non lo sapesse...stiamo parlando delle zone intime pappagallesche) inizia ad ingrossarsi vistosamente e penso "ho solo 31 anni e già sto diventando nonno!".
In realtà nessuno voleva nipotini, Akira e Tory sono entrambi Agapornis, ma di due sottospecie diverse, un Roseicollis ed un Fischer, e come ben sappiamo (spero) non si spinge due soggetti di specie diversa a creare un ibrido.
Beh, nessuno li ha mai visti accoppiarsi, in realtà non sappiamo neppure se Tory sia un maschietto, ma nulla ha fermato la mia polpettina variopinta dal sentirsi stimolata al punto dal fare un ovetto...

Eccola iniziare la solita trafila da "partoriente": cerca un luogo adatto per deporre, su e giù tra fondo, ciotole, posatoi... Inizia a deplumarsi la cloaca, aiutata inaspettatamente da Tory che la segue in ogni singolo spostamento in stile marito ansioso, mentre io in stile nonno ansioso fumo na sigaretta dopo l’altra andando avanti e indietro intorno alla gabbia. Ma ecco, dopo 15 minuti di sali e scendi, piumette strappate e pigolii ha deciso che sarà il suo gioco a  spirale il luogo predestinato alla deposizione!

Sempre più ansioso mi metto in disparte ed attendo l'arrivo dell'uovo... Eccola spingere, una, due, tre volte ma nulla.. Beh, magari è presto, alla fin dei conti ci vuole sempre un po'. Spinge, rispinge... qualcosa non mi convince. Mi avvicino e vedo la cloaca gonfia e sporca di feci con una goccia di sangue. Ok, inizio a perdere la calma e ad agitarmi! Sono pur sempre il nonno no?!

Decido di spegnere le luci, è tardi, è il suo primo uovo. Troverò la sorpresa il mattino dopo? Speriamo… Ma alle 5 del mattino ancora questo uovo non c'è... A questo punto preparo il trasportino, aspetto l'orario di apertura della clinica veterinaria di fiducia, spiego la situazione e parto. Ho tre ore d'auto, 300 km, un inseparabile che sembra esplodere sul sedile di fianco ed un uovo che deve uscire.



Photo by Fabio
Akira nel suo trasportino mentre viaggiamo
verso il veterinario.

Manca un'ora all'arrivo, l'assistente del veterinario di tanto in tanto chiama per sapere come va la situazione ed avvertire per tempo il veterinario che stiamo arrivando, ma la situazione da stabile inizia a peggiorare. Akira inizia ad innervosirsi, sul fondo di carta ha preparato una serie di striscioline di carta per farsi una sorta di nido, incomincia nuovamente a spingere, ma questa volta sofferente, pigola ed esce sangue e io non posso fare altro che accelerare (sto aspettando l' arrivo di un multone).


Finalmente arrivo a destinazione, entro, arriva il veterinario (povero cristo pure lui è pur sempre domenica ed è venuto apposta per me!). Subito parte con la prima lastra... Un’esclamazione esce dalla sala radiografie: l’uovo è enorme! Akira ha prodotto un uovo sovradimensionato in stile tacchino!! L'ho sempre detto "sei anomala", ma non pensavo volesse fare le cose in grande fino a questo punto.



Creenshot della
radiografia di Akira.


Ecco questa è l' RX con "l' ovetto" di Akira, in pratica ha dentro di se questa sorta di Alien che anche volendo non riesce a uscire. Ed ora?! La fortuna di avere un bravo veterinario aviare di fiducia è che ,come un mago estrae un coniglio dal cilindro, lui estrae con altrettanta bravura un uovo gigante da un inseparabile minuscolo. Ridandoti pure l’inseparabile tutto intero!

L’unica soluzione possibile è aspirare il contenuto dell'uovo con una siringa, in modo da ridurne la pressione interna e permetterne quindi l'espulsione. Chiaramente mi fido ciecamente, altrimenti non avrei fatto 300 km per venire fino qui con un pappagallo sofferente.


L'operazione è fatta, il pappagallo sta bene e rimane tutta notte in clinica sotto osservazione per vedere se espelle l'uovo. Il mattino seguente però l'uovo ancora non è uscito.
È necessaria quindi una seconda operazione, una Cloacoscopia: si entra dalla cloaca e si estrae l'uovo...semplice no? Peccato che l' antipatico ovetto si è infilato in una curva dell' ovidotto... ed ora? Bisogna operare e aprire, sempre nella speranza che della mia palletta piumosa di 50g rimanga qualcosa dopo.

Tutto è finito bene per fortuna, Akira, la piccola iena sta benone, il Vet è stato bravissimo! Ora devo darle antibiotico, antinfiammatorio e un medicinale per impedirne l'ovodeposizione fino a quando non si stabilizzerà.

Conclusione della storia: a me è spuntato qualche capello bianco (si, gli ultimi 2 rimasti), il pappagallo è a casa a farsi coccolare e nonostante una gran fatica nel somministrarle le medicine è andato tutto bene!

Photo by Fabio
Akira nel post operatorio, il giorno dopo.

Ok, vi ho narrato questa storiella e alla fine "vissero felici e contenti", ma se ne parlo è perché spero che quanto è successo a me possa essere di aiuto anche agli altri.  Magari spingendo a riflettere su determinate tematiche:

- Dobbiamo imparare a conoscere il loro comportamento ed i loro atteggiamenti, essere sempre vigili sui cambiamenti di umore, sulla postura del corpo, se cambiano qualcosa nella loro quotidianità.
- Abbiamo un veterinario aviare nei paraggi? Una domanda che in pochi si pongono ma è di fondamentale importanza... solitamente se abbiamo qualche problema con uno dei nostri animali "convenzionali" abbiamo un'ampia scelta di veterinari nella zona, magari non il nostro preferito, ma se proprio dobbiamo tamponare un situazione possiamo appoggiarci ad un altro nei paraggi. Trovare un veterinario aviare, per giunta bravo, non è così semplice come si possa sperare e a volte bisogna rassegnarsi a fare parecchi chilometri per trovarne uno.
- Essere tempestivi è un fattore molto importante, infatti i pappagalli, in qualità di prede, sono molto bravi nel camuffare i sintomi di malessere. Serve un po’ di esperienza e di attenzione: quando il pappagallo mostra i primi deboli sintomi di malessere significa che la malattia o il disturbo è già presente e che l'animale a stento riesce a camuffare la situazione. A questo punto abbiamo poco tempo per intervenire.
- Informaci in modo generale su alcune patologie, malattie varie, tempistiche sull'ovodeposizione, alcune caratteristiche della specie che ci possono aiutare a prevenire alcune spiacevoli situazioni. Insomma, avere un quadro, seppur generale, di ciò che può accadere ai nostri compagni di vita.
- E' indispensabile doversi attrezzare per alcune situazioni, per esempio avere a disposizione un trasportino in caso di spostamenti per l'animale dal veterinario.

Tutte queste sono solo alcune nozioni da aver presente nel momento in cui avessimo intenzione di acquistare o adottare un pappagallo. Iniziamo sempre ad informarci in anticipo sull' animale che vogliamo far entrare nella nostra casa, se possiamo rispondere in modo adeguato ai requisiti sopra elencati e se abbiamo la dedizione e la possibilità di prenderci cura di questi fantastici animali.

Ringrazio di cuore il Veterinario Lorenzo Crosta e l' intera clinica veterinaria di Montevecchia per la grande disponibilità, l’immediato intervento, ma soprattutto per avermi restituito sana e salva la mia piccolina che ora sta bene e si sta riprendendo!



Photo by Kiwitan
Akira oggi...




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